Marocco

Marocco, culla dell’arte africana

L’inizio di 2018 è certamente stato un periodo florido per l’arte e la cultura marocchina. Varie esposizioni si sono, difatti, concentrate in questo periodo, a partire dall’inaugurazione della Contemporary Art Fair 1-54 il 23 Febbraio al La Mamounia Palace Hotel in Marrakech, che si è protratta per tutto il weekend. La fiera d’arte africana, intitolata ” Decolonize Always! “, ha esplorato gli stereotipi e le barriere contro l’auto-espressione indigena, nata come conseguenza del dominio e della cultura coloniale.
La fiera di Marrakesh ha attirato 4.000 visitatori dal giovedì alla domenica; secondo gli organizzatori, meno di un terzo della partecipazione alla fiera di Londra dello scorso anno, ma molti erano collezionisti, con molti soldi da spendere, e ciò ha garantito le vendite.
“Abbiamo pensato che fosse importante mostrare l’arte africana contemporanea nel continente africano”, ha detto Touria El Glaoui, direttore fondatore della fiera 1-54. La fiera, che è stata fondata a Londra nel 2013 e si è aperta a New York nel 2015, ora si estende su tre continenti. “Ma volevamo trovare un posto dove i visitatori potessero venire in Africa e andarci bene”, ha detto la signora El Glaoui, alludendo alla relativa stabilità del Marocco. Questo importante evento ha contribuito sicuramente a dare all’ artigianato del Marocco una visibilità internazionale ed ha offerto maggiori opportunità di mostrarne le arti popolari in tutto il mondo; inoltre ha sicuramente dato spazio e visibilità a tanti giovani artisti africani, come un giovane artista Ghanese che, per contrastare la natura limitante dei musei di epoca coloniale che nessuno ha visitato, ha avuto l’idea di una mostra itinerante con muri che possono essere abbattuti e ripiegati quando il museo si ferma in un luogo particolare.
Il giorno successivo all’avvio della fiera, Sabato 24 Febbraio, si sono anche schiuse le porte del Museo d’Arte Contemporanea Africana Al Maaden (MACAAL) sempre a Marrakech. Il museo è frutto dell’ iniziativa filantropica dei collezionisti d’arte marocchina Alami Lazraq e di suo figlio Othman Lazraq, ed è il primo museo non-profit del suo genere in Nord Africa. Con la mostra Africa Is No Island, spazio dedicato all’arte africana, espone la collezione privata di arte moderna e contemporanea della famiglia Lazraq, raccolta negli ultimi 40 anni. Si tratta del primo spazio nel Nord Africa a promuovere la conoscenza di artisti affermati ed emergenti africani, per mettere in evidenza l’energia creativa e la diversità culturale di tutto il continente. Mohammed VI, attuale sovrano del Marocco, permettendo tali iniziative, ha contribuito alla vita culturale in modo determinante, sostenendo la scena artistica contemporanea, e trasformando il Marocco in un polo culturale dinamico. Africa Is no Island comprenderà due mostre, un’esposizione fotografica e una semipermanente delle opere della collezione, visibili dal 24 febbraio al 24 agosto 2018. Oltre a circa 40 fotografi, emergenti e affermati con lavori selezionati, sarà anche presentata un’installazione sonora fatta di rumori che introdurrà il pubblico nella realtà di Marrakesh.
Infine si sta svolgendo proprio in questi giorni il terzo festival artistico annuale ” Marocco ad Abu Dhabi “, che si terrà dal 6 al 19 marzo. Con il fine ultimo di rafforzare i legami tra il Marocco e gli Emirati Arabi Uniti, il “ Marocco ad Abu Dhabi” offre alle comunità degli Emirati Arabi una visione della cultura e del patrimonio marocchino e della sua capacità di conservare l’artigianato attraverso le generazioni. A questo proposito, l’evento presenterà mostre che copriranno una varietà di argomenti, come l’architettura, la musica, l’arte e la cucina, ma pure i costumi, le tradizioni, la moda e gli artefatti del patrimonio marocchino. Oltre a rafforzare i rapporti politici, economici, scientifici, turistici e culturali, l’evento mira anche a educare le generazioni future sull’importanza di preservare il patrimonio del proprio Paese e infondere, al contempo, principi di tolleranza. Questa edizione celebra le giovani menti creative che aggiungeranno il loro tocco innovativo alla conservazione del patrimonio culturale. La Galleria del design e della gioventù è ispirata all’architettura tradizionale come luogo di espressione artistica. Inoltre, l’evento celebrerà il meglio dell’arte architettonica islamica e la sua unicità in Marocco.
Ci sono molti possibili sviluppi che potrebbero seguire da questi eventi. Innanzitutto è probabile che il successo del Marocco nella serie di Abu Dhabi continui, crescendo e assumendo nuove forme e nuove idee nel tempo. In futuro potrebbe ispirare artisti locali di Abu Dhabi a sperimentare stili di fusione che influenzeranno la loro cultura.
In secondo luogo, l’artigianato del Marocco diventerà probabilmente sempre più internazionale, con maggiori opportunità di mostrare le arti popolari in altre parti del Medio Oriente e in tutto il mondo. Il trasporto di queste mostre è sicuramente costoso e richiede ingenti investimenti da parte di governi o di istituzioni private, ma ne vale la pena per gli effetti positivi sulla diplomazia culturale, oltre ad essere mezzo per attirare turisti e clienti, e per estendere l’apprezzamento dell’arte marocchina a livello globale. In terzo luogo, potrebbe motivare più studenti a partecipare a progetti relativi alla conservazione del patrimonio e, in ultima analisi, attirare un’infusione di finanziamenti che migliorerebbe il sistema educativo altrimenti poco interessante.
Il Marocco ha una ricca storia e uno ampio e molteplice spettro di artigianato; l’aumento dell’esposizione, perciò, gioverebbe anche alle tribù nelle aree rurali e fornirebbe un incentivo per continuare le loro tradizioni e migliorare le economie locali, con la possibilità di una rete internazionale di clienti.
Questi festival artistici svolgono, pertanto, un ruolo centrale nella diplomazia culturale people-to-people, anche semplicemente presentando immagini, che fanno fermare, pensare, divertire e porsi delle domande, in grado quindi di creare dei ponti tra la cultura africana e quella del resto del mondo.

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