Marocco

Un futuro verde

Il Marocco e la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) hanno siglato, il 24 gennaio a Rabat, un protocollo d’intesa sulla preparazione di un prodotto di cofinanziamento dedicato ai progetti verdi condotti da Pmi e microimprese. Il progetto, ha dichiarato Boussaid, vicepresidente della BERS, è in linea con gli impegni assunti alla COP22 dal ministero dell’Economia e delle finanze, a favore del clima, nell’ambito della tabella di marcia per l’allineamento del settore finanziario marocchino allo sviluppo sostenibile. Il protocollo d’intesa è finalizzato a sostenere la mobilitazione di nuove risorse private e – ha proseguito Boussaid – il loro orientamento a favore di progetti di economia verde delle Pmi e delle microimprese. Dal 2013 la BERS ha erogato oltre 1,5 miliardi di euro in prestiti al Marocco, ha affermato il ministro dell’Economia marocchino, aggiungendo che tali prestiti sono stati destinati specificamente al finanziamento del settore privato.

Detti investimenti hanno portato il paese ad aprire, nel 2014, il più grande parco eolico in Africa, valutato $1,4 miliardi, nel sud-ovest vicino alla città di Tarfaya. Poi, all’inizio del 2016, il Marocco ha cominciato a costruire quello che sarà il più grande impianto solare concentrato al mondo, Noor-1 , ai margini del deserto del Sahara. Una volta completato, nel 2018, alimenterà un milione di case e farà del Marocco una superpotenza solare.

Sebbene il paese sia ancora fortemente dipendente dalle importazioni di energia (90% nel 2013, secondo la Banca Mondiale ), prevede di generare il 40% della sua energia da fonti rinnovabili entro il 2020. Nel 2016 il Marocco già risultava al settimo posto, nel mondo, nell’indice di performance sui cambiamenti climatici ed era l’unico paese non europeo tra i primi 20. Partendo dal 2011,infatti, il Marocco ha modificato la propria costituzione per includere lo sviluppo sostenibile, smettendo di sovvenzionare i combustibili fossili per rendere le rinnovabili più competitive e iniziando ad accogliere investimenti privati ​​nel settore dell’energia pulita.

Un’azione chiave nella strada verso un futuro verde è anche la riduzione degli sprechi: l’utility di stato dell’elettricità, ONEE, ha avviato un programma per sostituire le vecchie lampadine a incandescenza nelle famiglie marocchine con 10 milioni di lampade fluorescenti compatte (CFL), che sono molto più efficienti.

Per controbilanciare il costo iniziale (le CFL sono sei volte più costose) l’utility consente agli utenti di pagarle a rate attraverso la bolletta, che a sua volta risulta ridotta da una migliore efficienza. Il Programma per l’ambiente delle Nazioni Unite stima che, passando le CFL solo al 40 per cento delle famiglie, il consumo di energia diminuirebbe del 20 per cento, tagliando 2,74 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 entro la fine del 2021 – tanto quanto sarebbe stato creato consumando 308 milioni di galloni di benzina , secondo l’ EPA Greenhouse Gas Calculator. Come parte dei suoi sforzi per un domani più pulito, il Marocco ha anche iniziato a trasferire le sue 15.000 moschee alle energie rinnovabili, e in luglio ha vietato la produzione, la vendita e l’uso di sacchetti di plastica, il cui utilizzo raggiunge i  tre miliardi ogni anno.

“Il governo ha fissato alcuni obiettivi ambiziosi: il 52% della nostra capacità energetica deve provenire da fonti rinnovabili entro il 2030 e entro la stessa data è necessario raggiungere il 20% di efficienza energetica migliore in tutti i settori: trasporti, edilizia abitativa, agricoltura”. Fa sapere alla CNN Mouline, direttore dell’Agenzia nazionale per lo sviluppo delle energie rinnovabili e l’efficienza energetica. Il paese potrebbe correre interamente sull’energia verde entro il 2050, secondo uno studio della Stanford University sulla roadmap energetica di 139 paesi. Secondo Mouline, questa transizione sarà inevitabile: “Stiamo cambiando, in tutto il mondo l ‘anno scorso sono stati investiti più denaro in energia pulita rispetto ai combustibili fossili per la prima volta. Guarda quanti nuovi posti di lavoro rinnovabili, stoccaggio di energia e mobilità elettrica ho creato.” Il parco eolico in Marocco a Tarfaya, che produce 850 MW, ha creato, infatti, una nuova industria nel paese, dato che il 70% dei pezzi di ricambio per le turbine sono fabbricati localmente. “Fare elettricità è solo una parte di una strategia più ampia”.

Interessante è anche la collaborazione tra Università La Sapienza di Roma e Università Mohammed V di Rabat, in Marocco, che concentrerà le ricerche degli ingegneri di domani sulle energie alternative. L’intesa, la prima di questo genere tra i due atenei e i due paesi, è promossa da Marita Group, holding marocchina che opera tra l’altro nei settori immobiliare, energetico e ambientale e da Gruppo Green Power Energy, e porterà, a pieno regime, 300 studenti dall’Italia al Marocco e altrettanti da qui alla Sapienza, nel segno di uno scambio di ricerche e conoscenze per progetti, possibili brevetti, iniziative di start-up e spin-off.
“Guardiamo con interesse alla visione strategica del Marocco in tema di energie alternative”, dice Gaudenzi, direttore Dima, il Dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale della Sapienza. Nei prossimi mesi, a Rabat, saranno definiti gli accordi quadro tra gli atenei, poi quelli tra dipartimenti; la collaborazione sarà operativa già a partire da corrente anno accademico.

Tutte queste iniziative sviluppate dal Marocco negli ultimi anni mostrano come il Paese voglia puntare fortemente e concretamente sul rinnovabile. Chi sa se l’esempio del Marocco non possa essere un modello per molti altri stati dell’Africa del Nord e non solo.

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