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IL QUINTO VUOTO: Il silenzio dello Yemen

IL QUINTO VUOTO: 

Il silenzio dello Yemen

 

Situato all’estremità sud-occidentale della Penisola Arabica, lo Yemen si estende su un territorio di dimensioni considerevoli, quasi il doppio dell’Italia. Confina a nord con l’Arabia Saudita e a est con il sultanato dell’Oman. 

Presenta una popolazione costituita prevalentemente da persone di cultura araba e di fede islamica (circa il 93%), con qualche minoranza di etnia somala e di religione ebrea. 

La distribuzione della popolazione è molto particolare e disomogenea, a causa del territorio prevalentemente montuoso e desertico; gli insediamenti si concentrano nella zona ovest dello Stato, ove è situata la capitale San’a’, Taiz, e nella città di Aden seconda città per importanza, anche il porto di Hudaida riveste un ruolo di rilievo, in quanto principale città commerciale sul Mar Rosso.

Una vista della città di Sana’a, la capitale yemenita. La città vecchia è famosa per la sua architettura antica e distinta ed è patrimonio mondiale dell’UNESCO. Molte delle vecchie case sono trascurate e rischiano di crollare.

Lo Yemen è tra i Paesi più poveri al mondo. Per sfuggire alla forte pressione demografica e alla grande scarsità di risorse, la popolazione è emigrata fino agli anni ‘80 verso Kuwait, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Inghilterra e Stati Uniti . Nonostante ciò, gli yemeniti sono molto legati alla loro terra, ai loro usi e costumi. L’accoglienza verso il prossimo e l’ospitalità sono due punti cardine della cultura yemenita e molto spesso si traducono in gesti concreti, come la presenza di acqua e pane all’ingresso di ogni casa, affinché chi è assetato o affamato possa usufruirne e soddisfare i propri bisogni.

Ciò prosegue tuttora, nonostante le precarie condizioni in cui versa la popolazione. Queste costringono i giovani a rinunciare all’attaccamento e alle tradizioni del proprio Paese e a fuggire alla ricerca di migliori condizioni di vita, consapevoli delle difficoltà di un eventuale ritorno a casa.

La guerra civile 

Lo Yemen, purtroppo, è un Paese dilaniato dalla guerra civile. Nel gennaio 2014 i ribelli Houthi e l’ex presidente Saleh costrinsero l’allora presidente Hadi a dimettersi e presero il controllo di San’a’. Quest ultimo si rifugiò ad Aden – e la proclamò capitale provvisoria. Da questo momento in poi il giovane Stato nato nel 1991 dall’unione tra lo Yemen del Nord e quello del Sud, si è nuovamente spaccato in due parti.  La guerra tra gli Houthi e la coalizione internazionale a sostegno di Hadi ha causato una gravissima crisi umanitaria, e nemmeno i vari tentativi di mediazione da parte dell’Arabia Saudita hanno portato a dei risultati, anzi, ciò ha fatto sì che l’ex presidente Saleh venisse addirittura ucciso dagli Houthi stessi per la sua troppa vicinanza allo Stato saudita.

Nel recente dicembre 2023 ci sono stati vari attacchi dei ribelli Houthi contro le navi commerciali dei Paesi che avevano mostrato sostegno ad Israele nel conflitto israelo-palestinese. Con queste azioni, i ribelli yemeniti hanno ribadito la loro solidarietà al gruppo di Hamas, bloccando il commercio che passa dal Mar Rosso. Ciò ha provocato una risposta da parte della comunità internazionale, la quale ha iniziato a scortare le navi commerciali che passavano in quell’area con mezzi da guerra e a difenderle bombardando gli insediamenti e le roccaforti degli Houthi, aggravando una situazione già precaria.

Le nostre impressioni

Dopo aver appreso queste informazioni dai media, il nostro gruppo “Una Finestra sul Mediterraneo” ha deciso di approfondire maggiormente questa complessa situazione; in particolare abbiamo avuto l’opportunità di incontrare delle realtà capaci, per le loro esperienze, di sensibilizzarci sul tema. Questo incontro ha suscitato in noi la riflessione che segue.

“Visto il momento storico in cui viviamo, sembra oramai una cosa nota e priva di impatto riflettere sugli effetti distruttivi delle guerre. Ma a seguito delle testimonianze, alle quali fortunatamente abbiamo assistito, ci ha colpito molto vedere come la guerra cambi la vita e i destini delle persone.

Le guerre sono volute dai governi ricchi e potenti, ma subite dalle popolazioni, dai bambini, dalle donne e dagli anziani, che si ritrovano sempre più sottomesse e private delle radici identitarie, delle scelte e delle conquiste di una vita già difficile.

“In ogni conflitto o guerra c’è sempre una nostra responsabilità e contribuito negativo o positivo, c’è  sempre il nostro mattone che edifica un ponte di pace e cura, o un muro di indifferenza e menefreghismo, la scelta è sempre nostra di vivere pienamente o vivere  parzialmente”.

Sono passati 10 anni dal 26 Marzo 2014; 10 anni di guerra, indifferenza e abbandono di uno stato di cui ogni paesaggio è sporcato di sangue. Un Paese dove anche solo vivere è una sfida quotidiana, la fame, le mine anti-uomo, l’acqua inquinata o i farmaci scaduti sono una minaccia per la vita, che noi occidentali invece diamo fin troppo per scontato.

“La guerra distrugge ogni aspetto di una società compreso il passato, il presente e non lascia spazio al futuro, è una sconfitta per tutti”. 

La speranza per gli yemeniti risiede nel divulgare le atrocità subite da questa popolazione dimenticata. Sta anche a noi, nel nostro piccolo, farci portavoce della storia di questo Paese e portatori di pace nel mondo, basta partire dalle cose più semplici: l’ascolto, le parole e i gesti!”

Sitografia

Internazionale, Chi sono gli Huthi

https://www.internazionale.it/magazine/gilles-paris/2024/02/01/chi-sono-gli-huthi 

Internazionale, L’esercito statunitense colpisce per la quarta volta i ribelli Huthi dello Yemen

https://www.internazionale.it/ultime-notizie/2024/01/18/yemen-raid-usa-missili-huthi

Euronews, Chi sono gli Houthi che attaccano il Mar Rosso e chi li sponsorizza

https://it.euronews.com/2024/01/16/chi-sono-gli-houthi-che-attaccano-nel-mar-rosso-e-chi-li-sponsorizza 

Enciclopedia Treccani, Yemen

https://www.treccani.it/enciclopedia/yemen/

Limes, Gli Huthi giocano per se

https://www.limesonline.com/rivista/gli-huti-giocano-per-se-15095518/

Immagini: www.gettyimages.com

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