Perché è importante la missione in Libano?
Secondo Isabella Rauti le parole di Matteo Salvini su Hezbollah hanno generato “imbarazzo” e “preoccupazione” al ministero della Difesa. La missione italiana in Libano è importante, soprattutto in un momento delicato come quello attuale per tutto il Medio Oriente. Parola di Isabella Rauti, ufficiale della riserva selezionata dell’Esercito e capogruppo di Fratelli d’Italia alla commissione Difesa di Palazzo Madama, appena tornata da una missione nel Paese.
L’importante Supporto al Paese in un momento particolarmente delicato, deterrenza contro il terrorismo e impegno a favore della stabilità. Sono queste le finalità della presenza italiana nella Forza multinazionale di pace in Libano, spesso dimenticata dai maggiori riflettori mediatici, eppure corposa (con 1.100 militari) e costante dal 1979. Con la visita di Matteo Salvini in Israele, l’impegno dei nostri soldati nel Paese mediorientale è tornato alla ribalta del grande pubblico, soprattutto per l’imbarazzo trapelato dal ministero della Difesa, guidato da Elisabetta Trenta, per le parole del vice premier sugli Hezbollah, definiti “terroristi islamici”. “Non vogliamo alzare nessuna polemica – fanno sapere da Palazzo Baracchini – ma tali dichiarazioni mettono in evidente difficoltà i nostri uomini impegnati proprio a sud nella missione Unifil, lungo la blue line. Questo perché il nostro ruolo super partes, vicini a Israele e al popolo libanese, è sempre stato riconosciuto nell’area. Tra l’altro l’Onu la sua parte la sta già facendo, c’è una missione, si chiama Unifil, da oltre 12 anni, e il comando è oggi sotto la guida italiana per la quarta volta”. E proprio della missione italiana ne abbiamo parlato con la senatrice Isabella Rauti, capogruppo di Fratelli d’Italia nella commissione Difesa di Palazzo Madama, di ritorno da una visita istituzionale nel Paese, concentrata sull’attività militare svolta del nostro contingente nell’ambito della forza multinazionale Onu (Unifil
Quale è il ruolo italiano nella missione dell’Onu?
Per la quarta volta, dallo scorso agosto, il comando Unifil è stato affidato all’Italia, che lo ricopre con il generale di divisione Stefano Del Col a Naqoura. Si tratta di una missione multinazionale di peace keeeping, che coinvolge oltre 10mila militari da 43 differenti Paesi. All’Italia spetta in particolare il comando del Sector West. Lì è stanziato il nostro contingente in due diverse posizioni: a Shamaa, dove si trovano i bersaglieri della Brigata Garibaldi impegnati nell’operazione Leonte XXV, sotto il comando del generale di brigata Diodato Abagnara; e ad al Mansouri, più vicina alla “blue line” con Israele, dove c’è la base dell’unità di manovra ItalBatt che, insieme alle forze ghanesi e irlandesi, e a tutta la forza della Joint task force Libano (Jtf-L), svolge operazioni di pattugliamento e sorveglianza su questa delicata linea convenzionale di demarcazione tra i due Paesi. Spetta a loro un compito particolarmente importante, poiché è proprio da questa zona che dipende la stabilità del Libano, e da quest’ultima dipende la stabilità dell’intero Medio Oriente.
Che clima ha trovato nel Sector West, quello in cui si concentra l’azione del nostro contingente?
Il clima è particolarmente delicato. Come è noto, è ancora in fase di costruzione il T-Wall, di cui sono stati realizzati 9 chilometri sugli 11 pianificati. Si tratta di un muro con rete (per 15 metri di altezza) al confine tra Libano e Israele, ideato per garantire la sicurezza di entrambi i Paesi. Permangono tuttavia 14 punti ancora critici per completare il progetto, legati a questioni di contese territoriali. Al Sector West della missione Unifil spetta il compito di monitorare l’effettiva cessazione delle ostilità, l’assenza di sconfinamenti reciproci e dunque il rispetto della blue line, confine non internazionalmente riconosciuto, ma condiviso tra i due Stati. A ciò si aggiungono i compiti di pattugliamento e monitoraggio, di supporto e protezione della popolazione locale, e di assistenza e supporto alle Laf, le Forze armate libanesi.
https://formiche.net/2018/12/libano-difesa-missione-rauti/