Possibile guerra tra libano ed israele
Domenica 28 gennaio, il generale e portavoce dell’esercito israeliano, Ronen Manelis, ha diffuso via stampa un avvertimento riguardo alle fabbriche di missili dell’Iran in Libano. Il giorno seguente, il premier Netanyahu è andato a trovare il presidente russo Putin per avvisarlo di una possibile operazione militare nel Paese dei cedri. Infine, durante la conferenza sulla sicurezza, tenuta mercoledì 31 gennaio e ospitata dall’Istituto dell’Università di Tel Aviv, ha ribadito con durezza la posizione di Israele sulla questione dei confini marittimi.
«Le grandi compagnie energetiche internazionali che hanno fatto un’offerta per le attività offshore nel bacino del Levante stanno commettendo un grave errore», il commento durante la conferenza stampa del membro dell’esecutivo israeliano e fondatore del partito di destra Yisrael Beiteinu. «Pubblicare una gara d’appalto su un giacimento di gas che comprende il blocco 9, all’interno del nostro territorio, è una sfida e una condotta provocatoria».
Andando alle radici della questione, a dicembre 2017, il governo libanese ha concesso il diritto di gestire due dei cinque giacimenti di gas naturale a un consorzio internazionale consistente della società francese Total, l’Eni italiana e la Novatek russa. Uno dei campi, il Blocco 9, confina con le acque israeliane nell’area contesa tra Libano e Israele.
L’offerta franco-italo-russa tocca solo due soli blocchi, inclusa l’area 9 nel Libano meridionale e vicina alla Zona Economica Esclusiva di Israele. Ed è proprio questo blocco ad essere oggetto della discordia, rientrando in quell’area di 860 km quadrati contesa tra i due Paesi.
L’incontro di Netanyahu e Putin a Mosca di lunedì è stato valutato da alcuni esperti come propedeutico ad un possibile conflitto con Hezbollah. «Israele vede due sviluppi con la massima gravità, gli sforzi dell’Iran per stabilire una presenza militare in Siria e il tentativo dell’Iran di produrre missili di precisione in Libano. Ho detto chiaramente al Presidente Putin che non saremo d’accordo con nessuno di questi sviluppi e agiremo secondo le necessità».
«Il Libano è stato trasformato in una grande fabbrica di missili», avverte il Generale Manelis, che conclude: «Non è più un trasferimento di armi, fondi o consulenze. L’Iran è qui e il nostro esercito è pronto ad affrontare qualsiasi scenario».
Anche altri attori politici libanesi hanno reagito ai commenti del ministro della Difesa israeliano. «Le parole di Lieberman sul Blocco 9 sono una minaccia per il Libano e il diritto alla sovranità sulle sue acque territoriali», ha scritto il presidente Micheal Aoun sul suo account Twitter ufficiale. Il capo di Hezbollah ha sottolineato, come una minaccia a Israele, che in caso di guerra non sarà solo una guerra tra il Libano e Israele. Tutto il mondo arabo sarebbero coinvolto. Anche se non direttamente, ci sarebbero soldati dei diversi paesi a favore del Libano e del gruppo palestinese Hamas, con cui negli ultimi tempi Hezbollah mantiene un rapporto di collaborazione.