14 Febbraio 2017
“ Le scuole risorgono dalle macerie”
Si stima che 1,7 milioni di bambini attualmente in Siria non frequentano la scuola, è un elevato numero di potenziali giovani scolari che non conoscono la gioia di alzarsi al mattino col grembiule stirato che gli aspetta e una dolce merendina nello zainetto, il suono della campanella è stato sostituito dal frastuono delle bombe e la voce della maestra che ripete le tabelline e soffocata dalle grida di chi cerca di sopravvivere.
È alla luce di tutto questo che finalmente i primi giorni del mese di Febbraio è giunta la felice notizia della riapertura di 23 scuole primarie nelle zone orientali di Aleppo grazie all’aiuto del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia ( UNICEF) che ha portato a termine questo obbiettivo con ottimi risultati permettendo a 6.5000 di tornare a scuola e terminare la loro formazione.
In tale progetto hanno preso vita molte iniziative come: un percorso formativo per gli insegnati con lo scopo di aiutare i bambini a recuperare i mesi e gli anni di scuola persi grazie allo sviluppo di un programma di apprendimento rapido, una campagna di sensibilizzazione per i bambini e le loro famiglie per informarli sui pericoli degli ordigni inesplosi, attività di supporto psicosociale per 35.000 bambini in rifugi e in altri siti, per aiutarli a riprendersi dagli orrori attraverso i quali sono passati, infine ha fornito i kit “scuole in una scatola” e kit ricreativi a 90.000 bambini a Idlib e nella zona rurale di Aleppo ovest.
Parafrasando le parole di Hanaa Singer, rappresentante dell’Unicef in Siria, è possibile affermare che la scuola, l’istruzione e l’educazione rappresenta per questi bambini non solo un’opportunità per crescere, giocare e imparare, ma soprattutto incarna la loro occasione per ritrovare quel senso di routine perduta, un vero e proprio ospedale per la loro anima dove poter riconquistare la loro infanzia.
“Riportare i bambini a scuola è una delle nostre maggiori priorità” afferma sempre Hanaa Singer, la quale ha messo tutto il suo impegno per garantire un nuovo futuro ai bambini siriani i quali finalmente avranno la possibilità di diventare uomini capaci di fare cose nuove e non semplicemente ripetere quello che le generazioni precedenti hanno fatto.