Turchia

Un tempo stato laico, oggi la Turchia è sempre più vicina alla religione

A seguito della prima guerra mondiale l’occupazione di alcune parti del Paese dagli Alleati sollecitò la fondazione del Movimento Nazionale Turco. Sotto la leadership di Mustafa Kemal (Atatürk), un comandante militare distintosi durante la Battaglia di Gallipoli, fu intrapresa la Guerra d’Indipendenza Turca, mirata a revocare i termini del Trattato di Sèvres. Il 18 settembre 1922, le armate greche furono espulse. Il primo di novembre, il neo-fondato parlamento abolì formalmente il Sultanato, concludendo così 623 anni di impero. Il Trattato di Losanna del 24 luglio 1923 portò al riconoscimento internazionale della nuova “Repubblica di Turchia” come Stato successore dell’Impero ottomano, e la repubblica fu ufficialmente proclamata il 29 ottobre 1923, nella nuova capitale Ankara. Mustafa Kemal fu il primo Presidente della Turchia. Diede vita a una serie di riforme fondamentali dell’ordinamento della nazione, sulla base di un’ideologia di chiaro stampo occidentalista, nazionalista e avversa al clero musulmano, che da lui prese il nome di kemalismo. Abolì il califfato e pose le organizzazioni religiose sotto il controllo statale, laicizzò lo Stato, riconobbe la parità dei sessi, istituì il suffragio universale, la domenica come giorno festivo, proibì l’uso del velo islamico alle donne nei locali pubblici (legge abolita solo negli anni 2000, dal governo dell’AKP), adottò l’alfabeto latino, il calendario gregoriano, il sistema metrico decimale e proibì l’uso del fez e del turbante, troppo legati al passato regime, così come la barba per i funzionari pubblici e i baffi alla turca per i militari. Egli stesso prese a vestire in abiti occidentali, ma mantenne temporaneamente l’Islam come religione di Stato, per non turbare eccessivamente i turchi più religiosi. Al fine di garantire la stabilità e la sicurezza dello Stato, istituì tuttavia un sistema autoritario, fondato sul partito unico, che sarebbe rimasto in vigore fino a dopo la sua morte. Inoltre, secondo la costituzione kemalista, a guardia della laicità contro i possibili tentativi dei movimenti islamici, venne posto l’esercito stesso, autorizzato a colpi di stato per difendere la secolarizzazione. Nonostante la Turchia fosse rimasta intrinsecamente conservatrice, soprattutto a livello popolare, le riforme di Mustafa Kemal la avvicinarono sensibilmente all’Europa.
Giunti a quasi cent’anni dalla fondazione della Repubblica di Turchia, il presidente Recep Tayyip Erdoğan pare distaccarsi sempre più da un’idea di stato laico. Un esempio su tutti è dato dai rapporti tra la Turchia e i Fratelli Musulmani. La Fratellanza Musulmana (Fm) nasce in Egitto nel 1928. Fin dalla sua fondazione da parte di Asan al-Banna, i Fratelli Musulmani sono stati autori di stragi politiche e tentati colpi di Stato, per i quali sono dichiarati fuorilegge e riconosciuti come organizzazione terroristica da gran parte dei Paesi arabi come Bahrain, Egitto, Siria, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Tagikistan e Uzbekistan, ma anche dalla Russia. Di recente anche il presidente degli Stati Uniti ha più volte speso parole dure nei confronti della Fratellanza, al contrario del più moderato suo predecessore, Barack Obama, che si è limitato a parlare di islamismo. Godono invece di cospicui finanziamenti e protezione più o meno esplicita da parte dei governi di Turchia e Qatar, i quali sono divenuti, con l’insediamento di al-Sisi al Cairo, il loro porto sicuro. I Fratelli Musulmani costituiscono una delle più importanti organizzazioni internazionali con un approccio di tipo politico all’Islam. La differenza tra i Fratelli Musulmani e il sedicente Stato Islamico è l’inganno con cui la Fratellanza riesce a prendere il controllo delle articolazioni di un Paese, per poi alzare la spada contro i suoi oppositori politici ed altri personaggi a loro scomodi. Esattamente come Daesh si oppongono alla secolarizzazione delle nazioni islamiche in favore di un’osservanza più ligia ai precetti del Corano, al fine di unire le nazioni islamiche liberandole dagli invasori imperialisti stranieri, ma in maniera subdola, più moderata; attraverso la politica tradizionale, l’insegnamento e il controllo della sanità e delle attività sociali in genere, oltre l’organizzazione di incontri di preghiera e di spiritualità.
In molti, soprattutto in Libia, ritengono che il movimento sia invenzione dei servizi segreti inglesi, con i quali a partire dal 2004 Cia e dipartimento di Stato americano avrebbero provato a destabilizzare i regimi laici arabi sostituendoli con i Fratelli Musulmani fino alla cosiddetta Primavera araba del 2011. In molti ritengono che sia stata proprio l’apertura del figlio del rais, Saif al-Islam Gheddafi, verso gli esponenti della Fratellanza libica, avvenuta alle spalle del padre, l’origine delle ribellioni e della conseguente guerra civile. Mohamed Sowan, presidente del Partito Giustizia e Costruzione, che rappresenta la Fm in Libia, era stato imprigionato durante gli anni della Jamahiriya di Muhammar Gheddafi, fino al 2006. In diversi sostengono, in primis lo stesso Saif al-Islam, che questo movimento, ricevendo supporto non solo economico ma anche militare dal Qatar, sia divenuto nel corso degli anni fuori controllo. Come accaduto in Egitto quando i Fratelli musulmani raggiunsero il potere e nominarono dei terroristi in vari ministeri ed altri divennero consiglieri dell’ex presidente Muhammad Morsi, anche in Libia la Fm ricopre posizioni di rilievo all’interno del governo di Accordo Nazionale e in altri apparati dello Stato. Spesso i Fratelli Musulmani si coalizzano con i gruppi terroristici, sostenendo così il dominio della Fratellanza contro gli oppositori con la promessa di applicare la sharia, ma soprattutto di lasciare i terroristi liberi di agire ed organizzarsi nel Paese come accade nella Turchia di Erdogan. È proprio a Istanbul che studiano i figli di molti leader della Fm libica, è sempre qui che hanno sede canali di lettura e broadcasting dei Fratelli, che si propongono al mondo come movimenti moderati ed emancipati. Inoltre quasi tutti i Fratelli hanno spostato i loro conti bancari dalla Libia in Turchia e in Qatar.
Quanto riportato è solo una faccia del il progetto del presidente Erdoğan di “dekemalizzare” (delaicizzare) lo stato, che sembra davvero inesorabile.

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