In questo periodo in cui mi tengo aggiornata sulla realtà del Libano, riesco a comprendere quanto sia difficile vivere in situazioni scomode , in situazioni difficili. In Italia la cultura, le tradizioni, le oppressioni alle volte vengono sottovalutate o anche non considerate come se ormai non importasse più tenerne di conto soprattutto per quanto riguarda la famiglia, i doveri o gli obblighi. Siamo un paese abbastanza libero di vivere la propria vita senza divieti e obbligazioni. Resto sconcertata e forse anche un po’ allibita di come in tantissimi paesi ancora il culto della tradizione venga rispettato in maniera estremamente rigida.
Il libano infatti è un paese che poggia la sua esistenza su tre colonne: la famiglia, la religione e la Nazione, pur di preservare l’onore e di non deludere o disonorare la famiglia si è capaci e disposti a vendersi.
Un evento importantissimo questo mese è stata l’abolizione dell’articolo 522 del codice penale che da una statistica dell’associazione Abaad per i diritti delle donne emerge che solo l’1% dei libanesi intervistati era a conoscenza dell’esistenza di questa legge.
Questa legge garantiva l’immunità agli stupratori che sposano le loro vittime, si basava sul permettere un matrimonio riparatorio a seguito di uno stupro.
Questo traguardo è stato visto come uno dei risultati che piano piano porterà finalmente al raggiungimento della parità giuridica tra uomo e donna. Manca soltanto che il Parlamento libanese renda effettiva l’abrogazione.
La situazione della donna in Libano non resta comunque facile, anche se può indossare abiti eleganti e scarpe con il tacco, guidare macchine o sottoporsi alla chirurgia plastica la sua libertà di essere donna non va oltre a questo. La donna libanese non ha diritti e ciò crea una profonda disuguaglianza nei confronti dell’uomo libanese. “la donna si trova quindi compressa in un sistema-nazione dove famiglia, legge e confessionalismi remano contro l’uguaglianza di genere”.
Come evidenzia l’articolo, “Libano: non è un paese per donne” di Davide Lemmi, “E’ un circolo vizioso: il paese-piramide è fondato sull’uomo, ogni tentativo di sovvertire il sistema da parte della donna è sentito come pericolo alle fondamenta della nazione. Il Libano è molte cose: i cocktail di Mar Mikhael convivono con la mancanza di diritti, gli abiti succinti condividono il futuro con la discriminazione.”
http://www.lindro.it/libano-non-e-un-paese-per-donne/
http://www.eastonline.eu/it/opinioni/open-doors/libano-articolo-522-matrimonio-immunita-stupro