Negli ultimi anni abbiamo osservato un’Arabia Saudita con un atteggiamento bellicoso nei confronti dei ribelli yemeniti huthi. Potrebbe essere considerata come una delle motivazioni che hanno spinto l’Arabia Saudita ad essere più disposta verso astronomiche spese militari? Può essere una ragione plausibile, oltre alla security policy possiamo? Ad esempio, il New York Times (20/5/017) ha raccontato le intese commerciali da 350 milioni di dollari in 10 anni tra lo stato arabo e gli USA. Per Trump è stata ancora l’opportunità per il rafforzamento della relazione bilaterale fra i due paesi e un modo per ricevere la più alta onorificenza assegnata ai capi di stato non musulmani.
Insieme a Trump è arrivata un importante delegazione di uomini di affari di cui fanno parte tra gli altri amministratori delegati di giganti come Boeing, General Electric, Lockkheed. Per i sauditi lo scopo di questo incontro è potenziare l’apparato militare saudita, con un investimento di centinaia di miliardi di dollari.
Riyadh comprerà armi e sistemi di difesa dagli Usa per 110miliardi di dollari. L’ obiettivo è però ancora più ambizioso ed è quello di arrivare alla cifra record di 350 miliardo di dollari, con la americana Lockheed Martin che ha già pronto per lo Stato saudita un sistema missilistico
Il 27 Aprile 2017, su NENA NEWS (NEAR EAST NEWS AGENCY) è stato riportato l’ultimo rapporto dello Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI), che rivela che i paesi arabi, inclusi quelli del Nord Africa, restano tra i principali acquirenti di bombe, aerei e carri armati. Nel caso dell’Arabia Saudita, era e resta il paese arabo che nel 2016 ha speso di più in armi. Inoltre Riyadh, impegnata militarmente contro i ribelli huthi (sciiti) in Yemen, in questa poco onorevole classifica si trova al quarto posto per le spese militari nel mondo, con un budget per la difesa di 62,7 miliardi di dollari.
La domanda che ci poniamo è: chi paga queste spese? Perché lo fanno se il ritorno economico è incerto? Come questo atteggiamento può influenzare l’equilibrio di forze nella regione? Si pagherà con il petrolio saudita? Oppure i contribuenti sauditi, considerando che l’Arabia Saudita sta vivendo tempi di grande cambiamento politico, economico e sociale, sia su piano interno che esterno. È probabile che soltanto il futuro potrà aiutarci a rispondere queste domande, osservando il resultato di finale di questi avvenimenti.